L’imprenditore Francesco Dotto: “Alberi e piante negli edifici aiutano a mitigare il clima”
Sostituire sempre più il “grigio” con il “verde” in edilizia per migliorare la qualità della nostra vita. Come sarà in futuro il clima del nostro pianeta dipenderà anche da quanto il settore delle costruzioni riuscirà a rinnovarsi in senso ecologico, portando all’ordinario tecniche che, per quanto funzionali, ancora faticano a trovare uno spazio sufficiente per portare a reali cambiamenti. E in ottica futura, ancora più importante è la formazione dei nuovi tecnici e imprenditori, di coloro cioè che potranno effettivamente essere gli artefici di questo cambio di rotta. Ecco perché le scuole edili sono chiamate a svolgere un ulteriore compito tutt’altro che trascurabile. Di tutto questo ne abbiamo parlato assieme a Francesco Dotto, titolare della società di consulenza per il verde Dotto consulting group e già docente al Cefs di Udine sui temi dell’arredo urbano e delle pareti verdi verticali.
A quali vantaggi porta l’aumento del verde nell’edilizia?
In un’epoca purtroppo contraddistinta dal riscaldamento globale, l’installazione di pareti verdi e l’introduzione di alberi e piante negli edifici e lungo i viali sono tutti fattori che contribuiscono sensibilmente a mitigare il clima dell’area circostante. Si parla di un abbassamento medio della temperatura anche di 4-5 gradi, rendendo l’aria più libera dallo smog e, di conseguenza, più respirabile.
Lei ha già tenuto al Cefs un corso dedicato alle pareti verdi verticali e all’arredo urbano, conclusosi proprio con l’inaugurazione della parete verde della scuola edile…
È stata un’esperienza importante per i corsisti, che hanno seguito gli incontri con molto interesse. Avevamo messo sul tavolo argomenti di primaria importanza nell’ottica del risparmio energetico e della riduzione dei consumi, con un riscontro immediato nella realtà quotidiana. Facciamo l’esempio di un bando comunale per la costruzione di una nuova strada. In un caso simile, è fondamentale che l’impresa edile elabori una proposta che comprenda l’utilizzo di materiali ecosostenibili, un adeguato sistema di irrigazione del verde pubblico e l’impiego, dove possibile, di biostimolanti e altri prodotti naturali per consentire, specialmente ai bambini, di accedere alle aree verdi subito dopo il trattamento. Anche il design degli edifici vuole poi la sua parte: vanno tenute in considerazione aree apposite per pareti verdi e spazi comodi per poter coltivare piccole piante, anche edibili, all’interno dei singoli appartamenti.
Quali nuovi corsi suggerirebbe nell’ambito dell’edilizia sostenibile e di cui il Cefs potrebbe farsi carico?
Mi permetto di suggerire un paio di campi in cui l’edilizia è coinvolta più di quanto non sembri. Il primo riguarda la cultura ecologista da applicare per il verde sportivo, che riguarda giocoforza anche il verde pubblico in senso più ampio e l’edificazione secondo i criteri già menzionati in precedenza. E poi il cosiddetto “marketing verde”, relativo cioè alla vendita dei prodotti naturali, tra cui appunto quelli per l’edilizia. A tal proposito, sarebbe importante educare in merito a come pubblicizzarli in maniera “etica”, utilizzando cioè i termini più d’impatto (pensiamo a “biodegradabile”) solo in presenza di precise condizioni, onde evitare di comunicare al consumatore un concetto errato con l’unico scopo di catturarne l’attenzione. Purtroppo, però, in Italia manca ancora una regolamentazione specifica sul tema.
Alla luce di tutto ciò, è importante che le scuole edili formino figure professionali che abbiano una mentalità aperta verso le nuove frontiere “green”…
Assolutamente d’accordo. Del resto, è il mercato stesso oggi a richiedere questo tipo di approccio. Da un lato tutti gli agronomi ormai parlano di edilizia sostenibile, dall’altro il concetto di verde esterno è sempre più accompagnato da quello di verde interno (un caso su tutti, il “bosco verticale” nel quartiere Isola a Milano). In particolare, fondamentale è la formazione degli imprenditori edili e degli altri addetti del settore su quelli che sono i criteri ambientali minimi (Cam) introdotti dal nuovo Codice degli appalti.
Riguardo a quest’ultimo punto, il Cefs ha attivato un corso sulla sostenibilità ambientale nella filiera delle costruzioni, che prende in considerazione i nuovi aspetti normativi e la progettazione di opere edili tenendo conto dell’impatto ambientale